Frana di Montaguto

Nel marzo del 2010 le incessanti piogge hanno provocato il riattivarsi della frana di Montaguto, in provincia di Avellino. Dal 21 aprile il Capo Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso è commissario delegato per l’emergenza Montaguto nominato con l'ordinanza n. 3868. Inizia così il coordinamento del Dipartimento per la messa in sicurezza dell'area e il contenimento della frana che ha interrotto i collegamenti ferroviari per la Puglia da Napoli e da Roma.

Lo stato di emergenza per la realizzazione di nuovi lavori urgenti è stato richiesto dalla Regione Campania dopo una riunione tenuta il 19 marzo al Dipartimento della Protezione Civile. La dichiarazione dello stato di emergenza è stata firmata dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 16 aprile.

Il movimento franoso si era già verificato in passato. Il 12 maggio 2006 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri era stato dichiarato lo stato di emergenza e il 13 luglio dello stesso anno l'ordinanza n. 3532 aveva stabilito i primi interventi urgenti, conclusi nel giugno 2007, e nominato Commissario delegato il Presidente della Regione Campania.

Nonostante i lavori, dal settembre del 2009 la frana si riattiva coinvolgendo nuovamente la S.S. n. 90 “Delle Puglie", fino a che il 10 marzo 2010 viene chiusa la tratta ferroviaria Benevento-Foggia, invasa successivamente dal materiale franoso.

Il 25 maggio Ferrovie dello Stato, soggetto attuatore di cui si avvale il Commissario delegato per il ripristino della circolazione ferroviaria lungo la linea Benevento-Foggia, rende noto che - su questa tratta - il servizio tornerà ad essere regolare i primi giorni di giugno.

Il 10 luglio 2010 apre la variante della Statale 90, dopo i lavori, coordinati dai tecnici della protezione civile, di allontanamento dei detriti, livellatura del fondo stradale, sistemazione dei guard rail, asfaltatura e sistemazione della segnaletica anche orizzontale, in un tratto di strada lungo 480 metri e ampio quasi otto metri.

Il 24 giugno 2011 sono stati completati i lavori di realizzazione di un canale per deviare le acque del Rio Nocella dalla zona di frana verso il compluvio naturale, a valle della frana lungo il lato sinistro.

Gli interventi hanno fatto parte del Piano degli interventi e hanno riguardato uno dei tre progetti approvati dalla Conferenza dei Servizi del 20 settembre 2010. Altri due progetti hanno interessato l’area del corpo di frana. Tra le attività approvate nella Conferenza dei servizi del 3 maggio 2011: l’opera di sostegno al piede di frana delle opere accessorie, per limitare l’infiltrazione delle acque superficiali e favorirne l'allontanamento, e le opere relative al campo pozzi a monte della frana.

La realizzazione delle opere è stata curata dei tecnici dell’Ufficio Rischi idrogeologici e antropici del Dipartimento della Protezione Civile, con il supporto scientifico e progettuale dei Centri di Competenza.

Nel 2012 si è chiuso lo stato di emergenza. 

 

Il Commissario delegato, tramite il soggetto attuatore Angelo Pepe, ha avviato una serie di interventi di canalizzazione fuori dalla frana delle acque dei laghi e delle sorgenti presenti lungo il corpo di frana. Gli interventi sono stati finalizzati a garantire le condizioni di sicurezza nei cantieri e a migliorare le condizioni, nel complesso, del versante dissestato.
Le opere sono state realizzate con il supporto dei Centri di Competenza (Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerca), dell’Università del Sannio e dell’11° Regimento Genio Guastatori di Foggia.

Intervento 1: quota 500 m sul livello del mare

A quota 500 m sul livello del mare le acque provenienti dal bacino del torrente Schiavone si immettevano direttamente nel corpo di frana. L’intercettazione di queste acque e il loro convogliamento controllato a valle ha permesso di eliminare una parte consistente di acque sulla parte medio-terminale della frana.
I lavori eseguiti sono stati: la realizzazione di una briglia di intercettazione e contenimento delle acque del torrente “Schiavone”, la costruzione di una condotta (circa 850m) per il convogliamento delle acque verso il fiume Cervaro e la realizzazione di opere di intercettazione per il convogliamento nella condotta di afflussi superficiali minori.
La scelta della tipologia di opere è stata determinata dalle condizioni di accessibilità ai luoghi, dalla tempistica imposta dagli eventi e soprattutto dalla necessità di evitare qualunque interferenza tra i lavori di cantiere e la calamità in atto.
L’intervento è servito infatti a mitigare gli effetti delle acque di circolazione superficiale ed episuperficiale sul flusso di frana per ridurre il rischio sulle aree di piede, interessate da interventi di rimozione e profilatura finalizzate al ripristino delle vie di comunicazione (ferrovia e SS 90).

Intervento 2: quota 700 m sul livello del mare
È stata realizzata una trincea drenante in gabbioni per la captazione delle acque sorgive e di circolazione superficiale e la loro successiva deviazione verso il torrente “Tre Confini” al di fuori della frana. La trincea è stata posizionata a una profondità media di circa 5m dal piano di campagna e dove il canale di frana, per motivi geologici, ha una sezione minore e a una quota utile per la deviazione delle acque nel bacino idrologico adiacente. L’intervento ha consentito di ripristinare in parte la circolazione idraulica prima della frana e di eliminare dalla frana una consistente quota dei flussi idrici che alimentavano i terreni in movimento nella parte medio-alta del versante.

Intervento 3: pulizia e sistemazione del canale di scarico “Laghetto delle rane”
I lavori hanno riguardato l’abbassamento e la riprofilatura del canale, l’ablazione dello stagno e il ripristino provvisorio del canale di scolo verso il fiume Cervaro. Sono stati inoltre effettuati interventi di pulizia forestale dell’area per permettere il libero deflusso delle acque e la rimozione della vegetazione morta.

L’intervento ha consentito di deviare al di fuori del contesto di frana le acque provenienti dalle sorgive in sinistra orografica che depositandosi nel cosiddetto “Laghetto delle rane” alimentavano in maniera continua i terreni in movimento.

Intervento 4: sifone lago “Maggiore”
Per effettuare lo svuotamento del lago di frana, che si è formato a seguito degli eventi calamitosi nell’area di nicchia (750 m sul livello del mare), l’11° Regimento Genio Guastatori di Foggia ha realizzato un sistema di sifoni con tubazioni volanti leggere che sboccano nel torrente “Tre confini”, fuori dalla frana.

Intervento 5: drenaggi orizzontali
Data l’impraticabilità delle aree con mezzi convenzionali, per intercettare e drenare le acque dal piede di frana, sono stati effettuati dei fori di drenaggio sub-orizzontali con il metodo “no-dig”: attraverso una sonda che partendo dalle aree indisturbate attraversa il corpo di frana per collocare uno speciale dreno.

 

Per valutare le velocità del movimento franoso è stato installato un sistema di monitoraggio integrato che consente di misurare gli spostamenti superficiali del dissesto e di programmare gli interventi per la messa in sicurezza dell'area e delle infrastrutture coinvolte.

Sistema SAR
Il Centro di Competenza DST-UNIFI dal 29 Aprile 2010 ha installato un sistema radar basato a terra (GBInSAR LiSALab) in collaborazione con la Società ElleGi srl – LiSALab.
Questo sistema acquisisce continuamente i dati elaborando così un’immagine radar ogni 4 minuti e permette il monitoraggio in tempo reale del dissesto. Lo strumento, posizionato sul versante opposto rispetto a quello in frana, consente di monitorare la porzione inferiore e il piede della frana.

Dall’analisi degli interferogrammi, cioè dalla differenza tra due immagini radar, è possibile stimare lo spostamento della frana con un grado di precisione che arriva fino a pochi millimetri.
Il DST-UNIFI provvede a produrre giornalmente un bollettino di monitoraggio e mensilmente un report in cui sono riportati in dati acquisiti dal sistema.
All’inizio del periodo di monitoraggio l’intero corpo franoso presentava movimenti elevati specie in corrispondenza del piede della frana. Le velocità medie rilevate dal sistema erano notevoli ed arrivavano fino a 2,5 metri al giorno - Bollettino 1° maggio 2010.
Con il passare dei mesi, anche a seguito dell’esecuzione da parte della struttura commissariale degli interventi per il drenaggio superficiale e profondo della frana, gli spostamenti rilevati dal sistema GB-InSAR si sono ridotti sia in termini areali che di entità Attualmente tale sistema individua movimenti solo nel settore occidentale del piede di frana (settore D), laddove, peraltro, gli spostamenti sono riconducibili a fattori locali e non a un’instabilità complessiva del corpo di frana.
Il settore D risulta ancora oggi in movimento ma con velocità medie dell’ordine di un centimetro al giorno, notevolmente inferiori a quelle di alcuni metri al giorno registrate nel mese di maggio 2010.

 

Stazioni topografiche
L’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR, (Irpi-Cnr), gruppo di geomonitoraggio della sezione di Torino, in qualità di Centro di Competenza del Dipartimento ha attivato una rete di monitoraggio topografico per la misura delle velocità di spostamento nelle diverse aree del corpo di frana.
L’Irpi-Cnr elabora giornalmente un bollettino di monitoraggio e mensilmente un report in cui sono riportati in dati acquisiti dalla rete di monitoraggio.

I sistemi di monitoraggio automatizzati presenti sul posto sono:
• una stazione meteorologica automatizzata installata nella zona di testata della frana, attiva dal 6 ottobre 2010;
• una stazione totale robotizzata installata nella zona di testata della frana, attiva dal 29 aprile 2010.
• una stazione totale robotizzata installata nel settore medio-alto del fenomeno franoso, attiva dal 9 giugno 2010
• una stazione totale robotizzata installata nel settore del pied della frana, ovvero dell’area di accumulo del fenomeno, attiva dal 30 aprile 2010.

Nella zona di testata della frana i dati finora raccolti hanno evidenziato una sostanziale stabilità  con spostamenti massimi di pochi centimetri al mese, a parte movimenti molto localizzati dove i tassi di spostamento sono stati maggiori di oltre 10 centimetri al mese.

Nel settore medio-alto del fenomeno franoso le misure realizzate hanno evidenziato limitati spostamenti nel settore fino al mese di dicembre 2010. A partire da questa data si sono riscontrati movimenti, diversificati per le varie zone del settore, che hanno raggiunto tassi di spostamento massimi di circa 30 cm al mese. Nel corso degli ultimi mesi i tassi di spostamento sono ridotti in tutte le zone, e attualmente non superano i 10 cm al mese . I movimenti rilevati sono da mettere in relazione alla particolare concentrazione di acque superficiali e sotterranee che si riscontra in tale settore dove a luglio 2011 sono in corso di realizzazione gli interventi approvati dal Commissario Delegato, consistenti in opere di drenaggio superficiali e profonde.

Nel settore del piede della frana, il monitoraggio topografico, così come quello con il sistema GB-InSAR, ha riscontrato all’inizio delle osservazioni velocità molto elevate, di 3,60 metri al giorno con spostamenti che interessavano l’intero piede della frana.

Da alcuni mesi invece i movimenti sono limitati esclusivamente alla zona D del piede ed attualmente interessano solo piccole porzioni di questa zona. Le velocità rilevate dal sistema di monitoraggio sono pari al massimo a 1 centimetro al giorno, mostrando, quindi, valori più bassi rispetto a quelle riscontrati nel maggio 2010.