Alluvione in Veneto

Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre 2010 il Veneto viene colpito da una violenta ondata di maltempo. Le zone più colpite sono inizialmente le province di Verona, Vicenza e Padova. In seguito la situazione diventa critica in tutta la regione. Dal 1° novembre nelle provincia di Verona, Vicenza, Padova, Treviso e Belluno esondano diversi corsi d’acqua, tra cui i torrenti Tramigna, nel Comune di Soave, e Alpone, nella zona di San Bonifacio e Montecchia Crosara (VR), i fiumi Tesina, Meduna, Livenza (TV) e Bacchiglione, quest’ultimo con un'estesa rottura dell’argine (PD). Si attivano inoltre numerosi movimenti franosi, tra cui la già nota frana del Monte Rotolon nel comune di Recoaro Terme (VI). Sono oltre duemila le persone sfollate tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Treviso che trovano alloggio in maniera autonoma o sono assistite presso i centri di accoglienza attivati dai comuni o presso strutture alberghiere. Si registrano anche diverse interruzioni alla viabilità, tra cui la chiusura dell’autostrada A4 nel tratto Soave-Montebello fino al 4 novembre. Viene interrotta anche la tratta ferroviaria Treviso-Portogruaro presso Motta di Livenza (TV).

Attivazione del Servizio Nazionale. Sul territorio vengono istituiti i centri di coordinamento dell’emergenza ai diversi livelli territoriali (Coc – Centri Operativi Comunali, Com – Centri Operativi Misti e Ccs – Centri di Coordinamento Soccorsi). Già dal pomeriggio del 1° novembre nelle Prefetture di Verona, Vicenza e Padova vengono attivati i centri di coordinamento provinciali, con la partecipazione delle diverse componenti e strutture operative.

La Sala Situazione Italia e il Centro Funzionale del Dipartimento della Protezione Civile seguono l’evento sin dalle prime ore. Nella serata del 1° novembre viene convocata l’Unità di crisi allargata ai tecnici e funzionari dei Vigili del Fuoco e delle Forze Armate. Il 2 novembre il Capo Dipartimento effettua un sopralluogo nelle zone colpite dal maltempo con un team di esperti che poi rimane sul posto per supportare le autorità locali.

Il sistema di protezione civile, in tutte le sue componenti, si è impegnato ad assicurare nelle aree alluvionate le azioni di soccorso, le attività di monitoraggio del territorio, la rimozione di fango e detriti e le operazioni per il prosciugamento delle acque e per il ripristino della viabilità, le attività di supporto sanitario e di assistenza alla popolazione fuori dalle proprie abitazioni.

Le forze in campo. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha inviato oltre 800 uomini provenienti da tutta Italia, con mezzi di movimento da terra, mezzi nautici, anfibi e personale specializzato. Le Forze Armate sono intervenute con 250 unità e 28 mezzi. Fin dalle prime ore dell’emergenza sono intervenute le colonne mobili regionali della Valle d’Aosta e del Friuli Venezia Giulia, successivamente quelle di Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Lombardia e Provincia Autonoma di Trento. Sono stati oltre 4mila i volontari impegnati sul campo, tra quelli veneti e quelli provenienti da altre regioni.

Provvedimenti normativi. Il 5 novembre viene dichiarato lo stato di emergenza per il maltempo che ha colpito il Veneto e le altre regioni del nord. Il Consiglio dei Ministri delibera un primo stanziamento di venti milioni di euro per gli interventi di massima urgenza: la messa in sicurezza delle residue situazioni di pericolo, la copertura delle spese affrontate dalle amministrazioni locali per gli interventi di emergenza e le prime attività di ripristino nelle aree colpite dalle frane e dagli allagamenti. L’Opcm n. 3906 del 13 novembre nomina il Presidente della Regione Veneto Commissario delegato per la gestione dell’emergenza e stanzia 300 milioni di euro per il ritorno alle normali condizioni di vita di cittadini e imprese. Con lo stesso provvedimento vengono definiti i contributi finanziari per le abitazioni distrutte o danneggiate e per le attività produttive ed economiche e assegnati i contributi per l’autonoma sistemazione per le famiglie rimaste senza casa. Vengono inoltre introdotte misure in materia previdenziale, assistenziale e tributaria.  

Lo stato di emergenza è scaduto il 30 novembre 2012. L'ordinanza del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 43 del 24 gennaio 2013 individua nella Regione Veneto l'amministrazione competente in via ordinaria a coordinare gli interventi necessari per il definitivo superamento dell'emergenza causata dal maltempo.