Monitoraggio del territorio

Rilievi macrosismici. Nelle ore immediatamente successive al terremoto del 6 aprile si è attivato un team di esperti di rilevamento macrosismico, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sugli effetti causati dal terremoto sul territorio e rendere disponibile nel più breve tempo possibile un quadro attendibile degli effetti prodotti rispetto all’area di danneggiamento. In seguito tale rilievo è stato ripetuto, con verifiche incrociate realizzate da squadre diverse, in modo da avere una valutazione più affidabile e condivisa.

A 36 ore dall’evento principale, risultavano monitorate circa 70 località. Verifiche e controlli successivi, in molti casi ripetuti nel tempo, hanno consentito di monitorare gli effetti su circa 315 località.

Pubblichiamo quindi l’elenco dei centri abitati danneggiati, con il rispettivo valore d’intensità macrosismica, che sintetizza il livello e la diffusione dei danni subiti. La valutazione finale dell’intensità MCS in ogni località è stata il frutto di una decisione collegiale. L’attribuzione dei valori d’intensità ai centri abitati è stata effettuata applicando la scala macrosismica Mercalli-Cancani-Sieberg - MCS, che permette una rapida applicazione e fornisce valutazioni direttamente correlate al danneggiamento.

Il rilievo macrosismico è stato condotto da operatori di vari Enti che aderiscono al gruppo Quest - Quick Earthquake Survey Team, composto da: squadre di rilevatori delle sezioni Ingv - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Bologna, Roma, Napoli e Catania, squadre del Dipartimento nazionale della Protezione Civile supportate da tecnici Enea - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e team dell’Università della Basilicata e del Consiglio Nazionale delle Ricerche Imaa - Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale.

Microzonazione Sismica. Da maggio 2009 è stato possibile intraprendere anche un altro tipo di monitoraggio del territorio aquilano, con l’avvio del piano di Microzonazione Sismica (MS) nei Comuni colpiti dal terremoto, come stabilito dall'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3772, art. n. 13.

Si tratta di studi strumentali all’attività di pianificazione del territorio e dell’emergenza, per una migliore e consapevole individuazione degli elementi strategici e delle risorse di protezione civile, oltre che alla ricostruzione dei centri abitati che si distinguono tra zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locale, e zone soggette a instabilità quali frane, fratturazioni superficiali e liquefazioni del terreno.

La MS per la ricostruzione dei Comuni più danneggiati è stata realizzata sulla base degli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” approvati l’11 novembre 2008 dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Gruppo di lavoro MS, 2008).

Gli studi sono stati condotti su 12 macroaree dell'area aquilana rese disponibili su questo sito dal mese di gennaio 2010: carta d’inquadramento geografico, carta geolitologica, sezioni geolitologiche, carta delle indagini, carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (carta di livello 1), carta di microzonazione sismica (carta di livello 3):
 
1) L’Aquila Centro
2) L’Aquila Ovest (Cansatessa-Pettino-Coppito)
3) L’Aquila Est (Tempera, Paganica, San Gregorio, Bazzano)
4) Poggio Picenze, San Pio delle Camere (Castelnuovo), Barisciano
5) Onna
6) Villa S.Angelo (Tussillo), S.Eusanio Forconese (Casentino), Fossa
7) S.Demetrio ne' Vestini (Stiffe), Fagnano Alto (Vallecupa, Pedicciano), Arischia
8) Poggio Roio, Colle Roio, Roio Piano, Santa Rufina, Contrada Cavalli
9) Bagno Grande, Bagno Piccolo, Civita di Bagno, Pianola, San Benedetto, San Felice d’Ocre, Valle-Cavalletto
10) Castelvecchio Subequo, Goriano Sicoli
11) Collebrincioni, Camarda
12) Navelli (Civitaretenga), Prata d’Ansidonia (S. Nicandro, Tussio).

Le documentazioni sono state raccolte in un volume edito dalla Regione Abruzzo e dal Dipartimento della Protezione Civile.

Lo studio è stato promosso e coordinato dal Dipartimento della Protezione civile con la Regione Abruzzo, con il coinvolgimento di circa 150 ricercatori e tecnici di 10 Università italiane (L’Aquila, Chieti-Pescara, Genova, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Firenze, Basilicata, Roma1, Roma3, Siena), di 8 istituti di ricerca (Cnr, Ingv, Agi, ReLUIS, Ispra, Enea, Ogs, Gfz-Postdam), di 4 Regioni e 1 Provincia autonoma (Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Provincia di Trento) e dell'Ordine dei geologi della Regione Abruzzo.