Il monitoraggio dell'ambiente

Isola del Giglio, 25 gennaio 2012 – La nave Concordia nove giorni dopo l'incidente

Sono diverse le misure attuate dal Commissario delegato – con la collaborazione di soggetti, enti e amministrazioni – che hanno come obiettivo il monitoraggio della qualità dell’ambiente e la predisposizione di sistemi per prevenire l’eventuale fuoriuscita di sostanze inquinanti dalla nave.

Piano antinquinamento locale. Una delle prime misure attivate è il piano antinquinamento locale della Capitaneria di Porto, che prevede la predisposizione di panne assorbenti attorno alla nave per contenere possibili fuoriuscite di carburante. Operativo anche un piano per il recupero attivo di eventuali inquinanti con panne assorbenti e di contenimento e attività di pulizia della costa.

Monitoraggio del mare e dell'ambiente terrestre. Il Piano di monitoraggio delle acque è predisposto per verificare l'eventuale fuoriuscita di carburante e di altri possibili inquinanti presenti a bordo. Sono responsabili del monitoraggio ARPAT - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, in collaborazione con ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Il piano prevede campionamenti d’acqua in diversi punti – prua, poppa, dritta, sinistra della nave e in prossimità del dissalatore dell’isola – considerando come valore di riferimento un campione prelevato a un miglio di distanza dalla costa. Oltre ad ARPAT e ISPRA, anche l’Università La Sapienza di Roma e la società D’Appolonia – incaricate da Costa Crociere – eseguono controlli sull’area interessata. Oltre al monitoraggio dell’acqua, sono analizzate anche la qualità dell’aria e del clima acustico, eseguite rilevazioni sulle specie naturalistiche terrestri e sui beni architettonici dell’isola. A questi sistemi di controllo ambientale, se ne affiancano altri che prevedono l’utilizzo di immagini satellitari – come le rielaborazioni di Cosmo SkyMed – o il telerilevamento aereo.

Misure a terra. Durante la fase di recupero del carburante sono promosse anche attività di prevenzione dell'inquinamento a terra. I Comuni costieri sono sensibilizzati ad adottare e implementare un piano di risposta in caso di sversamento di idrocarburi. A tale proposito, sono organizzati corsi di formazione dal Dipartimento della Protezione Civile in collaborazione con ISPRA, Legambiente e Istituzioni locali per istruire volontari e amministratori sulle tecniche di pulizia della costa. 

Ripristino dell'ecosistema marino. Terminate le operazioni di rimozione della nave, sono avviate tutte le attività per il ripristino delle condizioni precedenti agli interventi. Una volta conclusa questa fase, è garantito un monitoraggio di cinque anni rivolto in particolare alle componenti ambientali che più lentamente recuperano le loro condizioni originarie.