I piani di intervento
Nella gestione dell’emergenza Concordia le prime operazioni prevedono il recupero del carburante – attività avviata a un mese dall’incidente e terminata il 24 marzo 2012 – e la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti all’interno della nave o sul fondale.
Il progetto per la rimozione e il recupero del relitto è approvato il 15 maggio 2012 sulla base di requisiti tecnici individuati da un comitato incaricato: un percorso articolato in diverse fasi, che inizia nell’estate del 2012 e si chiude con l'arrivo della Concordia al porto di Genova il 27 luglio 2014.
Il progetto per la gestione dei rifiuti che si trovano all’interno della nave o sul fondale prevede la raccolta e lo smaltimento di materiale galleggiante e ingombrante, di acque nere, di prodotti chimici e olii. Prima della rotazione del relitto vengono recuperate le acque reflue e i materiali flottanti e avviate le operazioni di caretaking, cioè le attività di pulizia del fondale da materiali fuoriusciti dalla nave.
Il piano per il recupero del carburante o debunkering rientra tra gli interventi per la salvaguardia dell’ambiente. Il piano viene realizzato, su incarico di Costa Crociere, dalla società Smit Salvage in raggruppamento con la società Neri. L'intervento prevede il prelievo del carburante dai 15 serbatoi e dalla sala macchine secondo due fasi: perforazione e flangiatura dei serbatoi e pompaggio del carburante o defueling.
Le operazioni iniziano dai sei serbatoi esterni, che contengono circa il 67% del combustibile, proseguono nei nove serbatoi interni, per un prelievo complessivo pari all'84% del carburante, e terminano nella sala macchine. Rimane nei serbatoi un residuo non aspirato perché non raggiungibile. Dal 12 febbraio al 24 marzo 2012 sono aspirati complessivamente 2.042,5 metri cubi di idrocarburi.
La selezione del progetto per la rimozione della Concordia è a cura di un comitato tecnico istituito da Costa Crociere e composto da rappresentanti di Costa, Fincantieri, Gruppo Rina, Carnival Corporation, London Offshore Consultant ed esperti del settore, anche in ambito accademico. Il comitato elabora le indicazioni tecniche per la rimozione dello scafo e il 1° febbraio 2012 le trasmette a dieci aziende specializzate per la realizzazione di un piano operativo.
Tra i sei progetti arrivati a Costa Crociere, il 21 aprile 2012 il comitato approva quello del consorzio formato dall’italiana Micoperi e dall’americana Titan Salvage, perché in linea con i requisiti richiesti: rimozione intera del relitto, massima sicurezza degli interventi, minimo impatto ambientale, salvaguardia delle attività turistiche ed economiche dell’isola. Il Piano di rimozione è approvato dalla Conferenza dei Servizi il 15 maggio 2012.
Il progetto prevede una prima fase di ancoraggio e stabilizzazione del relitto, seguita dalla costruzione di un falso fondale di appoggio e dall'installazione di cassoni sul lato emerso della nave. Completate queste operazioni la Concordia è pronta per essere ruotata. Dopo la rotazione i cassoni sono installati anche sul lato precedentemente immerso. Con i 30 cassoni in assetto la nave è pronta per il rigalleggiamento e il trasporto nel luogo di smaltimento.
La rotazione della nave o parbuckling. Nell'estate del 2012 iniziano le operazioni propedeutiche alla rotazione della nave. A novembre 2012 sono completati l’ancoraggio e la stabilizzazione del relitto. Nell'estate 2013 è preparato il falso fondale e sono installati undici cassoni sul lato emerso. A luglio 2013 iniziano le operazioni di aspirazione delle acque interne alla nave, una delle misure previste per limitare l'inquinamento provocato da eventuali sversamenti.
Il parbuckling ha inizio il 16 settembre 2013 alle 9.00 e si conclude con successo dopo 19 ore di lavoro. La Concordia, riportata in posizione verticale, viene poggiata su sei piattaforme di acciaio subacquee, posizionate in modo da creare una base stabile. Si concludono a dicembre gli interventi di winterization per la messa in sicurezza. La Concordia è così pronta ad affrontare le condizioni atmosferiche, anche estreme, della stagione invernale.
Il rigalleggiamento della nave o refloating. Le operazioni per installare i 15 cassoni sul lato precedentemente immerso, e i rimanenti quattro sul lato opposto, iniziano nel mese di aprile e si concludono il 3 luglio 2014. I 30 cassoni, inizialmente pieni d’acqua, saranno poi progressivamente svuotati, fornendo la spinta necessaria a far rigalleggiare lo scafo.
Il rigalleggiamento si articola in quattro fasi:
- rigalleggiamento parziale e spostamento del relitto di 30 metri verso est;
- collegamento e tensionamento di catene e cavi e messa in posizione definitiva dei cassoni sul lato di dritta;
- rigalleggiamento vero e proprio (con espulsione dell'acqua dai cassoni, un ponte alla volta, fino al raggiungimento della posizione finale);
- manovra di partenza verso il porto di Genova.
Durante le operazioni di refloating le acque del mare sono costantemente monitorate da ARPAT - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana e ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, con campionamenti in corrispondenza delle principali attività. Per controllare la qualità del mare il Dipartimento della Protezione Civile attiva il monitoraggio satellitare con il supporto dei Centri di competenza (ASI, DST UniFI e Fondazione CIMA) e del servizio GIO EMS Rush - GMES Initial Operation Emergency Management Service del programma Copernicus. Un velivolo con telecamere infrarossi della Capitaneria di Porto è impiegato per individuare eventuale inquinamento da idrocarburi attorno al relitto.
Terminata la rimozione, viene avviata l'attività di pulizia dei fondali e di ripristino della flora marina.