Terremoto Iran 2003

Data: 26 dicembre 2003
Magnitudo: 6.6
Vittime: 31.000
Venerdì 26 dicembre 2003 alle ore 5.26 (ora locale) un terremoto di magnitudo 6.6 della scala Richter colpisce il sud est dell’Iran. L’epicentro viene localizzato nella provincia di Kerman, in particolare nella storica cittadina di Bam. Gli effetti del  terremoto sono devastanti, tanto che nel corso della stessa giornata le Autorità del Governo dell'Iran inviano una richiesta di assistenza internazionale.

Il Dipartimento della Protezione Civile, d’intesa con il Ministero degli Affari Esteri,  dopo l’attivazione del Meccanismo europeo di Protezione civile predispone l’immediata partenza di un team italiano per l'Iran.

Il team è composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco, da due unità cinofile dell’Associazioine Nazionale Alpini del Veneto, tre unità cinofile della Fo.P.I.V.O.L. (Forza di Pronto Impiego Volontariato Lazio), volontari delle ANPAS e delle Misericordie e personale della Croce Rossa. Tutte le operazioni in corso sul territorio iraniano vengono coordinate e costantemente monitorate dalla Sala Operativa del Dipartimento della Protezione Civile di Roma.

26 dicembre 2003

Nella serata del 26 dicembre 2003 un C130 dell’Aeronautica Militare proveniente da Pisa, effettua a Ciampino il primo carico delle componenti tecniche e del team italiano che ha il compito di effettuare le prime attività di ‘search and rescue’ (ricerca e soccorso) sul territorio iraniano. Il team italiano alle 15.32 locali atterra nella città di Bam dopo dieci ore di volo.
Dopo un primo sopralluogo effettuato dal team italiano nella zona colpita dal sisma, d’accordo con le Autorità locali, viene individuata nella zona di Baravat l’area di intervento eccordinamento dei soccorsi italiani. Bavarat, comune di 27.000 abitanti distante circa 8 chilometri dalla storica cittadina di Bam, è stato completamente raso al suolo dal terremoto e ancora non raggiunto dai soccorritori.
Le attività di ricerca e soccorso, in stretta collaborazione con le forze militari della Marina iraniana, vengono immediatamente iniziate. La drammatica situazione della popolazione sopravvissuta al sisma rende immediatamente evidente la necessita di installare un primo presidio medico, che viene realizzato la mattina seguente, domenica 28 dicembre, nel campo sportivo di Baravat.
Nel frattempo, nella serata di sabato 27, un secondo C 130 dell’Aeronautica Militare atterra a Bam. A bordo personale dei Vigili del Fuoco e del Volontariato, materiale e mezzi necessari alle operazioni di soccorso. 

28 - 29 dicembre
Nel centro abitato di Baravat continuano le operazioni di ricerca, mentre contemporaneamente viene preparata l’area dove verrà realizzato il Presidio Medico Avanzato dell’Azienda Ospedaliera di Pisa, il cui arrivo è previsto con i voli successivi. A Bam, nel frattempo, viene montata quale sede del coordinamento delle forze dell’Unione Europea una tenda del contingente italiano presso le rappresentanze internazionali.
Le unita’ cinofile del volontariato di protezione civile e i Vigili del Fuoco lavorano senza sosta nelle attività di ricerca e soccorso per tutta la giornata del 29 dicembre. Anche il posto di Primo Soccorso installato a Baravat prosegue a lavorare incessantemente soccorrendo le persone che si rivolgono alle equipe mediche per ricever sostegno e cure mediche. Nel pomeriggio atterra all’aeroporto di Bam un AirBus A 130 Cargo con a bordo il Posto Medico Avanzato di Pisa, medicinali, generi alimentari, tende per la creazione del campo di accoglienza e le apparecchiature tecniche necessarie per proseguire le attività mentre il 29 viene comunicata dalle autorità iraniane la decisione di sospendere le operazioni di “Search and Rescue”. Sono trascorse settantadue ore dal sisma, e le possibilità di ritrovare sopravvissuti è nettamente diminuita se non scomparsa del tutto e comunque è necessario che le risorse umane e materiali disponibili vengano pienamente utilizzate per l’assistenza delle popolazioni rimaste senza abitazione. Viene quindi predisposto il rientro del personale e dei mezzi dei Vigili del Fuoco e delle unità cinofile mentre il Gruppo di Chirurgia d’Urgenza di Pisa composto da quattordici unità di personale medico e paramedico e tre tende, diventa operativo con l’ausilio dei militari iraniani, nella giornata di martedì 30 dicembre.

Giorni successivi
Le tende vengono adibite come magazzino/spogliatoio, ed un’altra come sala d’attesa e dedicata alla somministrazione dei farmaci, mentre la terza viene utilizzata come deposito dei medicinali e del materiale sanitario. Nella serata inizia il montaggio delle tende per ospitare la popolazione e la tenda pneumatica del Dipartimento che verrà utilizzata come moschea, nell’intento di offrire un sostegno ad un popolo così duramente colpito, con l’obiettivo di ripristinare le condizioni per il ritorno alla quotidianità e alle attività socio-culturali del popolo iraniano. Il forte vento che, mercoledì 31 dicembre, interessa la zona terremotata, impone di effettuare tutte le attività di controllo e messa in sicurezza delle strutture del campo. Vengono montate le tende rimaste e installata la rete di illuminazione delle tendopoli. I lavori proseguono anche per le giornate del 1° e del 2 gennaio.
In questa fase le attività del team italiano si concentrano sul perfezionamento del campo di accoglienza, il ripristino delle forniture di elettricità e acqua, la raccolta dei rifiuti e soprattutto la formazione dei medici iraniani per le attività mediche di soccorso che nella giornata del 2 gennaio raggiungono la piena autonomia nella gestione del Posto Medico Avanzato.
Un altro C 130 dell’Aeronautica Militare con a bordo tende, materiale sanitario, gruppi elettrogeni, pali per l’illuminazione, ecc., atterra a Bam sabato 3 gennaio. Nel primo pomeriggio il Capo Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso, il Vice Capo Dipartimento Vincenzo Spaziante, il rappresentante del Ministero degli Affari Esteri Riccardo Sessa ed il rappresentante del Ministero dei Beni Culturali Giuseppe Proietti, che collaborerà alla ricostruzione del patrimonio storico artistico della cittadina di Bam, giungono nella zona colpita dal sisma. L’incontro della delegazione italiana e delle Autorità iraniane nel campo di Baravat formalizza la consegna della strutture realizzate dalla squadra italiana.

Domenica 4 gennaio 2004
La missione italiana si conclude dopo 10 giorni di attività con il rientro all’aeroporto militare di Ciampino di tutto il personale intervenuto nel territorio iraniano. Il bilancio complessivo delle attività italiano ha visto all'opera 57 persone che hanno lavorato senza sosta, cinque voli effettuati per il trasporto dei materuiali e delle attrezzature per un totale di circa 60 tonnellate.
 

Nel corso della giornata del 26 dicembre 2003 le Autorità iraniane inviano all'Unione Europea la richiesta di assistenza internazionale. Trattandosi di un'emergenza internazionale accaduta in uno Stato esterno all'Unione europea, conformemente alle disposizioni del Meccanismo Europeo di protezione civile, è l’Italia in qualità di Presidente di turno dell’Unione Europea, che coordinerà i soccorsi europei sul territorio iraniano.
Il Dipartimento della Protezione Civile di concerto con il Ministero degli Affari Esteri predispone l’immediata partenza del team italiano. Il Dott. Agostino Miozzo del Dipartimento della Protezione Civile, capo missione italiana, è nominato Coordination Head dell’intervento europeo. 

Di seguito, le principali fasi delle attività del coordinamento europeo:

27 dicembre
La delegazione italiana giunge all’aeroporto di Bam nella tarda mattinata del 27 dicembre. Nel briefing effettuato dal Governo iraniano,  l’EU Coordination Head - il Dott. Miozzo della Protezione civile italiana -  è informato del fatto che le squadre internazionali stanno iniziando l'allestimento del campo base a Bam, presso il Military Garden (Seppah) dove è anche presente un Crisis Center delle autorità locali.
Nel primo pomeriggio, la delegazione italiana incontra il Governatore di Kerman, le Autorità militari iraniane e il Console Tedesco. La delegazione decide di posizionare la sede del cooordinamento dell'Unione Europea all’interno del Military Garden. Le autorità locali chiedono all’Italia di operare nella città di Baravat (circa 6 km da Bam) che è stata gravemente danneggiata dal sisma e dove è forte la necessità di attività di soccorso.

28 dicembre
Alla riunione delle ore 9 l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa del coordinamento dei soccorsi - OCHA- suddivide il territorio di Bam in dieci aree d'intervento, assegnando ognuna alle attività delle squadre internazionali di Search and Rescue. A seguito dei contatti con i rappresentanti degli Stati membri presenti al Military Garden di Bam, nel pomeriggio il Coordination Head convoca la prima riunione europea nella tenda di coordinamento a cui partecipano: Austria, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Italia. Dopo un “round table” i rappresentanti delle Nazioni presenti si scambiano le informazioni riguardo l’area di intervento, il numero del personale e dei mezzi impiegati nelle attività ricerca e soccorso.
Tutti evidenziano l’opportunità di condividere le informazioni e le problematiche al fine di ottimizzare le risorse per il supporto agli interventi e alla logistica delle squadre.

29 dicembre
Nella giornata il Coordination Head convoca due riunioni (ore 9:30 e ore 17:00) cui partecipano Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Regno Unito, Italia e rappresentanti ECHO (European Community Humanitarian Aid Office) giunti a Bam nel pomeriggio. Nel corso delle riunioni, è ribadita la funzione del coordinamento dell’EU e la sua specificità nei confronti del coordinamento delle Nazioni Unite; viene sottolineato ai partecipanti che il coordinamento in atto è prodotto dalla volontà dei Paesi membri dell’Unione di rendere operativo il Meccanismo comunitario. Il team ECHO fa richiesta di poter utilizzare il punto di coordinamento e le attrezzature istallate per poter svolgere le proprie attivtà di assistenza umanitaria.

31 dicembre 
Nel tardo pomeriggio una rappresentanza del Ministero degli Esteri iraniano visita la tenda del coordinamento EU, complimentandosi per il lavoro svolto e per l’aiuto offerto dai Paesi membri.

1 gennaio 2004 
La Germania, attraverso la German Federal Agency for Technical Relief  (THW), d'intesa con il coordinamento EU, mette a disposizione cisterne gonfiabili, garantendo il rifornimento giornaliero di acqua trattata nell’impianto situato nel campo base tedesco. L’Italia fa richiesta di una cisterna da posizionare nel campo italiano di Baravat.

2 gennaio 2004 
Alle ore 14.00, in accordo con Bruxelles e le Autorità locali, il coordinamento dell'Unione Europea in Iran è formalmente concluso. La Protezione Civile Italiana, propone un incontro tecnico per analizzare e valutare l’insieme dell’intervento realizzato dai Paesi Membri. L’incontro si svolge in Italia nel mese di febbraio 2004.