Terremoto in Pakistan - La situazione
La situazione
Ovunque sono macerie, intere città sono crollate – come Balakot – e non è difficile incontrare persone che scavano o altri che ricostruiscono autonomamente la loro futura dimora. Gli aiuti che arrivano devono essere trasportati dall’aeroporto alle varie città e occorrono elicotteri, camion. Le organizzazioni internazionali una volta giunte ad Islamabad attendono mezzi per il trasporto dei farmaci e dei viveri, che potrebbero andare smarriti. Le strade sono impraticabili. Oltre al consueto traffico, fatto di camioncini colorati che impazzano su vie sterrate, le strade sono bloccate dalle autorità a causa delle continue frane.
Dalle indagini effettuate sul campo e dalle operazioni di soccorso è apparso subito evidente che le proporzioni del disastro sono di gran lunga maggiori di quelle inizialmente presunte. Tre quarti degli ospedali e delle strutture sanitarie sono distrutte o gravemente danneggiate; oltre 10.000 edifici scolastici risultano distrutti e si teme che più di 17.000 studenti siano morti nel crollo delle scuole.
Secondo il bilancio ufficiale in Pakistan le vittime sono più di 73 mila, 1.300 in India. Si teme che la maggior parte delle vittime siano bambini e adolescenti.
La missione dei paesi giunti nel Kashmir è quella di provvedere a fornire riparo, cibo e cure mediche a più di 3 milioni di sopravissuti al terremoto.
Molte persone a causa del terremoto hanno riportato fratture che rischiano di degenerare in gravi infezioni e sono stati colpite da polmonite, a causa del clima rigido e della mancanza di luoghi dove trovare riparo.