Microzonazione Sismica dell'area aquilana

Il Commissario delegato per l’Emergenza terremoto in Abruzzo ha avviato nel mese di maggio 2009 un piano di Microzonazione Sismica nei Comuni colpiti dal terremoto, come stabilito dall'ordinanza n. 3772.

Gli studi di Microzonazione Sismica consentono di caratterizzare il territorio in prospettiva sismica, individuando e delimitando le aree a comportamento omogeneo, distinguendo tra zone stabili, zone stabili suscettibili di amplificazione locale e zone soggette a instabilità, quali frane, fratturazioni superficiali e liquefazioni del terreno. Sono quindi molto importanti nella pianificazione del territorio e nella fase di ricostruzione dei centri abitati dopo un terremoto. Sono anche fondamentali nella pianificazione d’emergenza perché consentono una migliore e consapevole individuazione degli elementi strategici e delle risorse di protezione civile.

La microzonazione sismica (MS) per la ricostruzione dei Comuni più danneggiati dell'area aquilana colpita dal terremoto, è stata realizzata sulla base degli “Indirizzi e Criteri per la Microzonazione Sismica” approvati l’11 novembre 2008 dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (Gruppo di lavoro MS, 2008). Lo studio, di livello 1-3, ha riguardato i Comuni che hanno subito un’intensità macrosismica almeno pari o superiore al VII grado MCS.

Per ciascuna località sono state rese disponibili su questo sito dal mese di gennaio 2010: carta d’inquadramento geografico, carta geolitologica, sezioni geolitologiche, carta delle indagini, carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (carta di livello 1), carta di microzonazione sismica (carta di livello 3), per queste 12 macroaree: 
1) L’Aquila Centro
2) L’Aquila Ovest (Cansatessa-Pettino-Coppito)
3) L’Aquila Est (Tempera, Paganica, San Gregorio, Bazzano)
4) Poggio Picenze, San Pio delle Camere (Castelnuovo), Barisciano
5) Onna
6) Villa S.Angelo (Tussillo), S.Eusanio Forconese (Casentino), Fossa
7) S.Demetrio ne' Vestini (Stiffe), Fagnano Alto (Vallecupa, Pedicciano), Arischia
8) Poggio Roio, Colle Roio, Roio Piano, Santa Rufina, Contrada Cavalli
9) Bagno Grande, Bagno Piccolo, Civita di Bagno, Pianola, San Benedetto, San Felice d’Ocre, Valle-Cavalletto
10) Castelvecchio Subequo, Goriano Sicoli
11) Collebrincioni, Camarda
12) Navelli (Civitaretenga), Prata d’Ansidonia (S. Nicandro, Tussio).

Le documentazioni sono state raccolte in un volume edito dalla Regione Abruzzo e dal Dipartimento della Protezione Civile:

Eventuali commenti, osservazioni, richieste di chiarimenti potranno essere inviati alle e-mail dei coordinatori degli studi per ciascuna macroarea.

Lo studio, promosso e coordinato dal Dipartimento della Protezione civile con la Regione Abruzzo, ha visto il coinvolgimento di circa 150 ricercatori e tecnici di 10 Università italiane (L’Aquila, Chieti-Pescara, Genova, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Firenze, Basilicata, Roma1, Roma3, Siena), di 8 istituti di ricerca (Cnr, Ingv, Agi, ReLUIS, Ispra, Enea, Ogs, Gfz-Postdam), di 4 Regioni e 1 Provincia autonoma (Abruzzo, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Provincia di Trento) e dell'Ordine dei geologi della Regione Abruzzo.

L’attività è stata organizzata in 10 gruppi di lavoro tematici.