Le tappe dell'emergenza
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L'incidente
Nella tarda serata del 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia con a bordo oltre 4 mila persone urta uno scoglio davanti all’isola del Giglio e si incaglia vicino al porto. Il bilancio del tragico incidente è di 32 vittime. Nelle prime ore, il soccorso e l’assistenza ai passeggeri sono gestiti dal Sistema locale di protezione civile.
I primi interventi
Con la dichiarazione dello stato di emergenza del 20 gennaio 2012, il Capo Dipartimento della Protezione Civile assume il coordinamento delle operazioni a partire da tre priorità: il monitoraggio degli spostamenti della nave, la protezione dell’ecosistema e la ricerca dei dispersi. Quest’ultima attività proseguirà per tutta l’emergenza e si concluderà a ottobre 2014 con il ritrovamento dell’ultima vittima, durante lo smantellamento della nave a Genova.
La rimozione del carburante
La prima fase delle operazioni è la messa in sicurezza del relitto con la rimozione del carburante, o debunkering, che si conclude due mesi dopo l’incidente. Sono prelevati oltre 2 mila metri cubi di idrocarburi, recuperati 240 metri cubi di acque nere e viene avviata la pulizia del fondale dagli oggetti fuoriusciti dalla nave. Per tutta la durata delle operazioni resta alta l’attenzione all’ambiente: nei due anni e mezzo di lavori ARPAT, ISPRA e soggetti incaricati da Costa Crociere realizzano 40 mila campionamenti delle acque e dei fondali marini, senza rilevare anomalie significative dei parametri.
Le operazioni che precedono la rotazione
Nell’estate del 2012 iniziano le operazioni propedeutiche alla rotazione del relitto: analisi, carotaggi e trivellazioni, a cui seguono le attività di stabilizzazione, il posizionamento di 11 cassoni sul lato emerso e la realizzazione di un falso fondale costituito da sei piattaforme di acciaio subacquee posizionate in modo da creare una base stabile.
La rotazione
La rotazione del relitto, o parbuckling, ha inizio il 16 settembre 2013 alle 9.00 e si conclude con successo dopo 19 ore di lavoro. La Concordia viene riportata in posizione verticale dopo una rotazione di 65 gradi e appoggiata sul falso fondale.
La stabilizzazione
Gli interventi di messa in sicurezza del relitto avviati dopo la rotazione si concludono a dicembre 2013. La Concordia è così pronta ad affrontare le condizioni atmosferiche della stagione invernale. Tra aprile e luglio 2014 sono installati 15 cassoni sul lato precedentemente immerso e altri quattro sul lato opposto.
Il rigalleggiamento
A luglio 2014 viene avviata la delicata fase di rigalleggiamento, o refloating, che dura una settimana. I 30 cassoni, inizialmente pieni d'acqua, sono progressivamente svuotati fornendo la spinta necessaria a far rigalleggiare lo scafo. La Concordia riemerge di circa 17 metri.
La partenza dal Giglio
Il 23 luglio 2014 le sirene delle navi in mare e l’applauso della gente sul molo salutano la Concordia, che lascia l'isola del Giglio per raggiungere Genova, trainata da due rimorchiatori oceanici e accompagnata da un convoglio di mezzi in grado di intervenire in caso di emergenza.
L'arrivo a Genova
Il 27 luglio 2014, dopo quattro giorni di navigazione, la nave è ormeggiata al porto di Genova Prà-Voltri e affidata al consorzio Saipem-San Giorgio. Mentre a Genova inizia lo smantellamento della Concordia, sull’isola del Giglio si procede con le attività di pulizia e ripristino dei fondali.