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Il rischio ambientale è principalmente legato alla produzione, alla gestione e alla distribuzione di beni, servizi o prodotti di processi industriali che, in caso di incidente, possono avere effetti sulla popolazione, sugli animali, sul territorio.
\nLe emergenze ambientali sono, quindi, prevalentemente legate all’attività dell’uomo o possono svilupparsi nell’ambito di scenari multi-rischio.
\nPiù in generale, si parla di emergenza ambientale quando un evento mette a repentaglio le matrici ambientali – aria, acqua e suolo – e richiede misure straordinarie e urgenti per gestire le possibili conseguenze, minimizzare i danni e favorire il ripristino delle normali condizioni dell'ambiente.
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\nIl coordinatore degli interventi è stato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Per le sue attività si è avvalso, oltre che del Dipartimento, delle componenti e strutture operative del Servizio nazionale. L’ordinanza n. 685 ha individuato, in qualità di soggetti attuatori, il Ministero della Difesa - Marina Militare, l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Settentrionale e la Regione Toscana. Il Ministero dell’Ambiente, l’ISPRA - Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale e l’ARPAT - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana hanno garantito il controllo e il monitoraggio ambientale. A supporto alle operazioni, nell’area portuale di Piombino, è stato istituito il COA - Centro Operativo Avanzato.
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La sera del 13 gennaio 2012, la nave da crociera Costa Concordia, con oltre 4 mila persone a bordo tra passeggeri ed equipaggio, comincia a imbarcare acqua a causa di un urto contro lo scoglio delle Scole e si inclina in prossimità dell'isola del Giglio: si tratta del più grande naufragio dell’era moderna, a causa del quale 32 persone perdono la vita. Subito dopo l’ordine di evacuazione, la Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Livorno assume il coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso in mare in cui sono impegnati i reparti specializzati di Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco e Forze di Polizia. Nelle stesse ore il Sistema di protezione civile si attiva per pianificare l’assistenza ai passeggeri, evacuati a Isola del Giglio e trasferiti poi a Porto S. Stefano.
\nIl 20 gennaio 2012, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è dichiarato lo stato di emergenza per il naufragio e il Consiglio dei Ministri nomina il Capo Dipartimento della Protezione Civile Commissario delegato. Lo scenario emergenziale – raro, ampio e complesso – richiede l’attivazione di competenze molto diverse tra loro e una profonda interazione tra soggetti pubblici e privati. A supporto del Commissario sono istituiti un Comitato con funzioni consultive e un Comitato tecnico-scientifico. Grande attenzione viene posta, sin dalle primissime fasi, ai possibili rischi ambientali legati alla fuoriuscita di carburante dalla nave.
\nIl progetto di rimozione del relitto è un’operazione tecnico-ingegneristica unica nel suo genere, che vede impegnati per oltre due anni 500 tecnici e 30 mezzi navali, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il progetto si conclude il 27 luglio 2014 con l'arrivo della nave nel porto di Genova Prà-Voltri per le successive operazioni di smantellamento.
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